Note di regia
Maris, che in lingua friulana significa madri, è anche il nome per rappresentare la stella Polare, guida e riferimento dei viaggiatori. 653 sono i chilometri che separano Roma, città in cui ho vissuto per molti anni, e la mia casa d’origine dove ancora oggi vivono mia madre e mia nonna. In questo rientro mi sono sentita così fuori posto da immaginarmi come un’astronauta che esplora un nuovo pianeta.
Durante la mia adolescenza, quando vivevo ancora a Premariacco, la mia vita era molto condizionata della dimensione religiosa, perché determinava cosa era giusto o sbagliato.
Dopo aver vissuto a lungo in una città come Roma, la mia maternità mi ha riportata a vivere nel mio paese di origine, un piccolo paese di provincia nel nord Italia.
Mi sono scontrata con la grande distanza che esiste tra il mio sguardo sul mondo e quello delle persone che sono rimaste li. Mi sono sentita così fuori posto da immaginarmi come un’astronauta che esplora un nuovo pianeta.
L’intento del corto documentario “Maris B653″ è quello di raccontare, attraverso una narrazione sperimentale, un’esperienza reale, intima e famigliare, in cui il legame socio-culturale attraversa le vite di tre generazioni di madri.
Quello che racconto è la mia paura, e quella di molte altre donne, di avventurarsi nella vita per scoprire qualcosa di sé e dei propri desideri, abituate culturalmente a un atteggiamento di passiva ubbidienza e regole che non devono essere discusse.
Debora Vrizzi
Credits
Anno: 2022
Produzione: Agherose
Regia e sceneggiatura: Debora Vrizzi
Fotografia: Debora Vrizzi
Scenografia: Michele Bazzana
Costumi: Sara D’Agostin
Montaggio: Maria Fantastica Valmori
Prodotto da Dorino Minigutti, Anna Di Toma e Marc Faye
Sviluppato con il contributo del Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e del MiC – Ministero della Cultura